lunedì 15 aprile 2013

Che cos'è l'aura dell'opera d'arte?


Prima di intraprendere questo viaggio nella contemplazione dell’opera d’arte, propongo al lettore una domanda sulla quale riflettere qualche istante.
Che cos’è l’aura?
Questo termine venne usato in Estetica dal critico e sociologo tedesco Walter Benjamin (1892-1940) per indicare il carattere individuale e di unicità dell’opera d’arte originale rispetto alle sue possibili riproduzioni nell’epoca della sua fruizione di massa.
In altre parole, per aura si intende l’ hic et nunc dell’opera d’arte, poiché la sua essenza unica è autoritaria, autentica e irripetibile nel luogo in cui si trova.
Non a caso l’etimologia della parola è ripresa da aureola (come quella che circonda le immagini dei santi) e da alone, il quale che circonda e avvolge ogni individuo, come negli scritti di carattere misterico o teosofico.
L’aura, quindi si trova a coincidere con il significato culturale dell’opera in questione. Per meglio spiegare quest’ultimo concetto, Benjamin si rifà al mondo classico e scrive:

Un’antica statua di Venere, per esempio presso i greci, che la rendevano oggetto di culto, stava in un contesto tradizionale completamente diverso da quello in cui la ponevano i monaci medievali, che vedevano in essa un idolo maledetto. Ma ciò che si faceva incontro sia ai primi sia ai secondi era la sua unicità, in altre parole: la sua aura.”

La fondazione dell’arte prima nella magia poi nel rituale costituisce il primo e originario valore d’uso dell’opera, che coincide con quello che il critico tedesco chiama valore culturale.
Se si considera l'opera alla luce di questo canone, l’ aspetto estetico viene posto in secondo piano rispetto all'elemento magico e religioso di cui essa è rappresentazione. È bene chiarire infatti che specialmente agli albori della storia dell’arte, l’uomo ha concentrato le sue forze sul significato dell’opera.
Il caso delle grotte di Lascaux ne è un esempio:

L'alce che l'uomo dell'età della pietra raffigura sulle pareti della sua caverna è uno strumento magico. Egli lo espone davanti ai suoi simili; ma prima di tutto è dedicato agli spiriti. Oggi sembra addirittura che il valore culturale come tale induca a mantenere l’opera d’arte nascosta: certe statue degli dei sono accessibili soltanto al sacerdote nella sua cella."

Il fondamento della sua autenticità e della sua autorità come originale risiede quindi nell'unicità della collocazione spazio-temporale, ossia la sua capacità di assumere il ruolo di testimonianza storica. La trasmissione di un’eredità culturale poggia infatti sul permanere nel tempo dell’unicità e dell’autorità delle opere e sulla loro conservazione e celebrazione in spazi dedicati, come i musei, o nei quali esse si radicano nella loro unicità.
L’opera, quindi, per essere compresa, va contestualizzata nella sua origine, nella sua terra, nel suo tempo. 
Quando, invece, è l'aspetto estetico ad essere in primo piano, ovvero quando il dipinto o la statua vengono trasferiti dal luogo sacro in cui emanano la propria aura essi perdono il loro valore originario per acquisire un valore espositivo. Il tutto viene amplificato se si tratta di una riproduzione fotografica fruibile da tutti.
                                                                                                                      - Federica

1 commento:

  1. Salve bellissimo argomento, anche noi trattiamo queste tematiche. Condivido con voi questo documento.https://www.accademiadicoscienzadimensionale.it/archives/4735

    RispondiElimina